25 marzo 2010

Poi non dite che non lo sapevate



Se il 9 aprile siete in zona Firenze vi consiglio di fare un salto al GAF. Ci sono due tipacci in gamba che parlano di ecosistemi palustri uruguagi. Tutte le informazioni necessarie e sufficienti le trovate QUI.

Se invece vi piacciono i laghi e gli enigmi della speciazione dei ciclidi non potete perdere la manifestazione organizzata dall'AIC e dal Museo di Scienze Naturali di Pisa. Qui trovate tutto il programma.

10 marzo 2010

La sottile linea del parassitismo

Cuculus canorus

Bagrus meridionalis, Günther, 1894 è un pesce gatto (Siluriformes: Bagridae) endemico del lago Malawi. Un pò come gli Oakland Raiders degli anni '80 i pesci che appartengono a questa specie sono grossi (>150cm), neri e cattivi.
Oddio, cattivi no, diciamo che come predatori notturni amano cacciare  ciclidini indifesi nelle notti lacustri. Se i pesci avessero sviluppato una cultura delle paure notturne da instillare nei bambini racalcitranti agli ordini dei genitori, il nostro avrebbe senza dubbio l'habitus ideale del fantomatico Uomo Nero.
Ma essere brutti e "cattivi" non ha impedito a questa specie di evolvere un'articolato ed efficace protocollo di cure parentali. Sia il maschio che la femmina una volta accoppiati non abbandonano le uova e si prendono cura delle stesse e dei piccoli per almeno 60 giorni dalla data di acoppiamento.
La femmina produce uova trofiche. Uova, cioè, non fertilizzate e che vengono prodotte e "deposte" per l'alimentazione della prole. Il maschio non è da meno visto che caccia continuamente macroinvertebrati nella sabbia da portare amorevolmente ai piccoli; questi improbabili genitori modello riescono ad ottenere così risultati estremamente migliori rispetto a schemi riproduttivi meno articolati. 

Ok, questa è una bella storia. Per andare avanti però dobbiamo fare un passo indietro.

Le cure parentali sono una cosa che funziona. Chi le paratica in maniera attiva ha ottimi risultati in termini di fitness. L'unico problema è che costano molto. Bilanciare le energie spese con il successo dei propri geni non è sempre facile. La soluzione migliore sarebbe quella di demandare i compiti parentali a qualcun altro. Ma mica ad altri genitori della stessa specie. No troppo complicato (qui ci sarebbe tutta una discussione sulla selezione genica al livello di specie; una cosa complessa che mi risparmio); diciamo che è meglio far crescere i propri piccoli a genitori di una specie diversa che non una coppia di conspecifici.

[Piccola precisazione: visto che il detto mater semper certa est, pater nunquam è parecchio diffuso nei pesci è bene sottolineare che la fecondazione fraudolenta da parte di maschi sneaker/satelliti non la considero una condizione sufficiente a far rientrare questi casi nelle cure alloparentali]

Nei pesci le cure alloparentali (cioè prodotte da genitori di una specie diversa da quella dei piccoli), sono presenti in diversi taxa.In alcuni casi, taxa che non praticano affatto cure parentali (ciprinidi neartici del genere Notropis) lasciano che a curarsi delle uova siano specie molto distanti fileticamente che con le cure parentali hanno però una certa dimestichezza (Centrarchidi del genere Lepomis); oppure come nel caso del genere- relitto Lepisosteus che fa curare le sue uova dai ben più moderni Micropterus.
Quello che sembra essere un rapporto totalmente asimmetrico tra due specie mostra, in alcuni casi, un vantaggio anche per la specie che ospita piccoli di altri genitori. Aumentando il numero di piccoli da accudire, aumentano le energie da investire nelle cure parentali, è vero, ma allo stesso tempo diminuiscono le probabilità che i propri piccoli vengano predati.
Quando però il rapporto è davvero asimmetrico, quando cioè la specie ospite perde completamente la propria covata a beneficio di quella di un altra specie, abbiamo la condizione di parassitismo. Gli amanti dei ciclidi del Tanganica hanno dimestichezza con questo tipo di realtà visto che l'esempio classico di questo tipo di parassitismo proviene proprio da quel lago, dove Synodontis multipunctatus inserendosi nel complesso rituale di accoppiamento dei ciclidi incubatori orali riesce a far incubare le proprie uova agli ignari ciclidi. Una volta schiusi (ovviamente prima delle uova dei ciclidi), gli avannotti del pesce gatto iniziano ad alimentarsi con le uova dei ciclidi nella bocca di mamma ciclide, la quale dopo un pò rilascerà dei piccoli mostri ben nutriti.

 Bagrus meridionalis
kampango.com

Ritorniamo ai nostri B.meridionalis (Kampango in lingua locale). Dicevamo delle loro complesse ed efficaci cure parentali. In realtà non capita tutti i giorni di osservare questo tipo di alimentazione diretta dei piccoli. Anzi se escludiamo una strategia simile in alcuni squali, le trofotenie dei goodeidi e un certo tipo di secrezione cutanea nei ciclidi, è davvero difficile trovare una situazione simile nei pesci.
Una famiglia che "funziona" cosi bene in un mondo altamente competitivo come il lago Malawi non passa certo inosservata. Un altro pescegatto, Bathyclarias nyasense (Bombe, per gli amici), ama deporre le proprie uova nei nidi dei Kampango. E' inutile dire che lo sviluppo embrionale dei Bombe è più rapido i quello delle uova dei Kampango.Una volta schiusi dalle proprie uova, i piccoli parassiti mangiano le uova residenti e si fanno accudire amorevolemente dai nuovi genitori.
Questo non avviene sempre. I Bombe sono troppo diffusi nel lago rispetto ai Kampango e se obbligata, questa strategia, non porterebbe benifici a nessuno sul lungo periodo. Quindi i ricercatori parlano di "parassitismo occasionale".
In realtà però la faccenda è ancora più complicata in quanto sono stati osservati dei nidi di kampango con piccoli sia di Kampango che di Bombe. E, in altri casi ancora, nidi con giovanili di Kampango e giovanili di ciclidi (!).

E' probabile che sia un uso comune, quello dei genitori di Kampango, di fare numero "adottando" tutti gli avannotti che riescono a trovare. Come detto prima cio serve a ridurre il tasso di predazione dei propri. Che poi qualcuno approfitti di questa pseudo generosità (come nel caso dei Bombe), ai nostri incredibili mostri notturni non sembra proprio interessare.




Stauffer, R.J. and Loftus, W.F. 2010. Brood Parasitism of a Bagrid Catfish (Bagrus meridionalis) by a Clariid Catfish (Bathyclarias nyasensis) in Lake Malawi, Africa. Copeia 2010, No. 1, 71–74


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