29 dicembre 2008

Consuntivo tassonomico di fine anno (2008)

La tassonomia non è morta. Anzi, sta benissimo. Qui trovate l'istogramma relativo ai lavori eseguiti quest'anno in relazione ai taxa interessati. Il sito di riferimento è questo. Ci sono tutti i riferimenti bibliografici in ordine alfabetico (sul primo autore ovviamente).





Rispetto agli anni passati c'è stato un incremeto notevole. Dai 364 nuovi taxa del 2005 si è arrivati ai 477 del 2008. Il numero, a prima vista impressionante, racchiude in se non solo descrizioni con nomi nuovi (cioè di specie mai descritte prima) ma anche revisioni di taxa già formalmente descritti. Revisioni che molto spesso hanno visto l'uso dell'analisi molecolare affiancata all'approccio anatomico classico. Leggendo alcuni lavori (come ad esempio quello sui Macropodus), è evidente come una descrizione unificante del concetto di specie sia ancora da definire. Se la biologia molecolare riuscirà a sciogliere il nodo gordiano (euristicamente parlando lo sta già facendo), sarà solo il tempo a dirlo. L'impressione è che molti siano ancora attaccati alla vecchia diagnostica anatomica; che tutto sommato, c'è da dirlo, offre sempre un certo grado di sicurezza psicologica.
In futuro una percentuale di questi nuovi lavori sarà revisionata parzialemte oppure verrà totalmente soppiantata da altri lavori. Di alcuni lavori verà corretta la grafia dei binomi o invalidata la priorità diagnostica di alcuni caratteri. La cosa, la tassonomia intendo, funziona cosi (e per fortuna).

Il grafico non lascia adito a dubbi. I pesci delle acque interne l'hanno fatta da padrone anche quest'anno. Ciprinidi, ciclidi, loricaridi e gobidi sono sul podio e, a parte alcune specie di gobidi, sono tutti taxa d'acqua dolce.

Scorrendo i titoli escono fuori un paio di curiosità.
I tassonomi più prolifici sono:
l'australiano Gerald Allen con 14 articoli, sopratutto pesci marini;
il sudamericano Costa con 10, ciprinodontidi neotropicali;
l'asiatico Ng (qualcuno sa come si pronuncia?) con 11, siluriformi asiatici ;
Randall con 11, ossei marini.
Il campione è però Last con 23 lavori tecnici pubblicati riguardanti in special modo i pesci cartilaginei.

La scorsa è stata veloce e ho preso in considerazione solo il primo nome sul riferimento. Quindi sono cifre estrapolate per difetto (Costa ad esempio ne ha molti di più). La prolificità è data sicuramente dalla "facilità" con cui si costruisce un lavoro tassonomico rispetto agli altri ambiti biologici.
Anche se la data di pubblicazione non è contestuale alla fine di un lavoro (il peer reviewed ha i sui tempi e molti lavori pubblicati a inizio anno sono in realtà completati l'anno precedente) e considerando anche che alcuni articoli hanno meno di 10 pagine (bibliografia compresa), rimane comunque l'impressione che alcuni ricercatori si carichino sulle spalle una mole di lavoro impressionante.

Ma anche all'interno dei singoli articoli si possono trovare numeri importanti. Da questo punto di vista vince a mani bassi Lucinda che in un singolo lavoro ha descritto 21 nuove specie di Phalloceros (pecilidi centroamericani).
Degni di nota anche i lavori strettamente tassonomici sui ciclidi neotropicali del genere Australoheros (e qui rimando alle considerazioni di Enrico e Livio),le analisi molecolari dei ciclidi dei grandi laghi africani, le descrizioni di alcuni cavallucci marini nani e la descrizione di alcuni Etheostoma del nordamerica (a riprova che anche in zone "vecchie" si può sempre scoprire qualcosa di nuovo).

Eh si, la tassonomia non solo non è morta e sta bene, ma gli si prospetta anche una seconda giovinezza.

28 dicembre 2008

Natale in casa subocellatus


Le larve si vedono appena. Il fatto che siano criptiche per natura non aiuta la mie scarsa attrezzatura e le mie ancor più scarse doti fotografiche. A scanso di equivoci le ho cerchiate.




Le larve hanno ancora parecchio vitello nel sacco quindi si muovono poco e non si alimentano. La madre li ha portati fuori dal sito di deposizione, sotto una radice di torbiera, portandoli allo scoperto. Di solito la nidiata non ancora metamorfosata viene si spostata, ma in luoghi più tranquilli e riparati. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che questa è la prima riproduzione e che la vasca è relativamente tranquilla.

Metto anche un paio di video. Il maschio è un pò acciaccato per la solita indolenza che i maschi del genere mostrano nei confronti delle cure parentali. Le femmine di solito non gradiscono e con le cattive li rimettono in riga. Ma i rapporti di coppia sono sempre parecchio strani. Come ho detto ci tornarò con più calma appena avrò un pò di tempo.





Aprofitto per fare gli auguri a tutti. Anche se Natale è passato sono ancora in tempo per l'anno nuovo.
E come salutava qualcuno...

Best Fishes

12 dicembre 2008

Pelvicachromis subocellatus

In attesa dei gobidini, attesa che per inciso potrebbe durare ancora a lungo, e spinto dalla passione di un altro socio AIC di Roma, sono tornato ad un altro vecchio pallino. I ciclidi dell'africa occidentale.



Questi dovrebbero essere dei P. subocellatus "matadi". Il condizionale è d'obbligo. La biologia dei P. subocellatus in natura è praticamente sconosciuta e se a questo sommiamo i soliti problemi che affliggono i pesci riprodotti (selezioni volontarie e non, colli di bottiglia e ibridazioni tra popolazini intraspecifiche), la convinzione di avere un fenotipo "puro" è assolutamente velleitaria; per amore di discussione li chiamerò, quindi, solo con il binomio, questo almeno è sicuro, e senza orpelli biogeografici.

Ma al di là dei soliti dubbi geotassonomici la cosa più interessante dei Pelvicachromis è il paradosso ecologico-riproduttivo che si portano dietro. Il paradosso proviene: dal dicromatismo inverso, dal fatto che i maschi di alcune specie di Pelvicachromis possono haremizzare con maschi satelliti e dalla evidente asimmetria nelle cure parentali. La questione è diffusa in tutta la tribù dei chromidotilapini (il taxon ora sappiamo essere monofiletico) e in pocchissimi altri taxa di ciclidi (al volo mi vengono in mente solo alcune Crenicichla, che però vivono in un altro continente!).

Ok, l'argomento merita più spazio quindi mi fermo qui e riprendo la questione tra qualche giorno.

Caput mundi



Immagine presa da QUI

Mai vista una cosa del genere. Sta piovendo e domani dovrebbe continuare per tutto il giorno.
Senza polemica, ma una capitale del mondo non può collassare per dei tombini pieni di foglie.

Foto dell'Aniene dietro casa prese dal ponte della tiburtina altezza Ponte Mammolo. Ieri notte ha esondato. In quel punto di solito è largo una decina di metri. Ora sarà sui 30-35.


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